Una mostra culturale e al contempo sulla moda? È possibile se stiamo parlando di Barbie. Un’icona globale cui nome si scopre essere Barbara Millicent Roberts, una bambola il cui appeal sembra non tramontare mai, merita di esser celebrata in ogni dove.
Capace di attirare il pubblico più diverso, riuscendo a eliminare frontiere linguistiche, culturali e sociali con la forza di un sorriso e di un look sempre all’altezza della situazione, meritava di essere celebrata in una mostra al centro di Roma, nel Complesso del Vittoriano – Ala Brasini dal 15 aprile 2016 (14 aprile in anteprima per la stampa) al 30 ottobre 2016.
Non è una semplice bambola con cui giocare da bambine, ma un vero prototipo di donna ideale che ha creato uno stile in grado di resistere alle insidie del tempo con classe, eleganza e un continuo rinnovarsi.
La Barbie è ormai un vero fenomeno culturale e sociologico tanto da dedicarle la mostra ‘Barbie.The Icon’ per mostrare tutta la sua lunga evoluzione e riportare in auge al pubblico affezionato i primissimi modelli mettendoli a confronto con quelli moderni.
La mostra, realizzata sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e prodotta da Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Mattel, è curata da Massimiliano Capella, ed è arricchita da nuovi prestiti dalla serie Barbie Fashionista, tra cui i modelli Curvy, Tall e Petit, che riproducono le diverse corporature femminili, e le wedding dolls della coppia reale inglese William e Kate. Ed ora un po’ di numeri.
Dal lontano 9 marzo 1959, data in cui è nata, Barbie ha rappresentato mille carriere; è andata sulla luna, è stata ambasciatrice Unicef, ha indossato un miliardo di abiti per un totale di 980 milioni di metri di stoffa. Ma soprattutto, Barbie è cambiata con il cambiare del tempo, non solo delle mode o della moda, restando sempre al passo con i tempi.
L’esibizione è articolata in cinque sezioni e preceduta da una sala introduttiva, “Semplicemente Barbie” dove si trovano otto pezzi iconici e rappresentativi per ogni decade, dal 1959 a oggi.