Gli orologi sono i misuratori del tempo per eccellenza e, oltre che per la loro indubbia funzionalità, sono apprezzati da molti perché sono gli accessori perfetti per definire un outfit e dare carattere al proprio look. Di orologi, però, ne esistono diversi modelli e tra questi uno dei più amati è senz’altro l’orologio cronografo, una tipologia di orologi oggi ancora molto in voga e accattivante che ha alle spalle, a dire il vero, secoli di storia.
Dal “Contatore di Terzi” di Moinet al primo cronografo dell’Ottocento
I cronografi permettono di misurare un determinato lasso di tempo con estrema precisione. Il primo cronografo vero e proprio risale al 1816 ed è il cosiddetto Contatore di Terzi di Moinet, uno strumento dotato di tre contatori (per secondi, minuti e ore) e di una lancetta centrale in grado di compiere un giro nell’arco di un secondo e di essere avviata, arrestata o resettata con un pulsante.
Moinet inventò questo meccanismo per la scienza astronomica, ma qualche anno più tardi la sua invenzione si rivelò fondamentale anche per misurare il 60° di secondo in orologeria, visto che il suo strumento contava ben 216.000 vibrazioni orarie.
Fu però il parigino Nicolas-Mathieu Rieussec a denominare come “cronografo” l’orologio che brevettò nel 1821, in grado di misurare lassi di tempo brevi grazie a una lancetta centrale provvista di inchiostro.
Nel corso dell’Ottocento, in molti apportarono migliorie al cronografo di Rieussec: già nel 1827 le lancette dei secondi erano due e una di queste poteva essere arrestata per poi riprendere il suo percorso dal punto esatto nel quale era stata fermata.
E dopo la creazione del “cuore” meccanico del cronografo nel 1836, il cronografo moderno vide la luce per merito di Henri-Ferréol Piguet, che nel 1861 realizzò un modello per la maison londinese Nicole & Capt.
In cosa consiste il funzionamento di un cronografo e a cosa può servire
Oltre ad avere una storia estremamente affascinante, il cronografo ha anche un’utilità innegabile, grazie alle funzioni che può assolvere: oltre a indicare l’ora e, spesso, anche la data, sono utilissimi per la misurazione e registrazione degli intervalli di tempo. Per fare un esempio molto concreto e facilmente comprensibile, con un orologio cronografo al polso, se dotato di scala tachimetrica, è possibile calcolare la velocità media della propria automobile in un determinato periodo di tempo.
La misurazione della velocità, come è stato detto, avviene grazie alla scala tachimetrica: se la scala tachimetrica del cronografo è in km/h, bisognerà attivare la lancetta cronografica durante l’intervallo di tempo necessario all’auto per percorrere un chilometro, per poi così scoprire la velocità media dell’auto.
Tutto ciò è possibile anche a causa di una delle particolarità che contraddistingue immediatamente all’occhio un orologio cronografo, ossia i suoi tre quadranti, come si può immediatamente notare, per esempio, osservando il modello AT1050 di Capital Time.
Si tratta dei quadranti ausiliari o totalizzatori: indicano i secondi, i minuti e le ore, e alcuni riescono a calcolare intervalli di tempo di ben 12 ore. Il primo quadrante è quello che mostra i piccoli secondi, mentre il secondo i 30 minuti e il terzo – qualora presente – la somma delle misurazioni di tempo fino alle 12 ore.
Per far funzionare, nella pratica, un cronografo non occorrono grandi sforzi: il meccanismo è reso semplice dai pulsanti a destra della cassa. Infatti, un primo pulsante servirà ad avviare il conteggio e ad arrestarlo, il secondo ad azzerare il cronografo per farlo appunto tornare al punto di partenza.
I cronografi ovviamente possono anche essere distinti dall’orologio classico ed essere degli oggetti tascabili ben distinti, ma l’orologio con cronografo integrato ha un fascino indiscutibile e continua ancora oggi ad essere uno dei modelli di orologi da uomo più venduti e amati al mondo.