Costardi Bros., due fratelli ed un amore per la cucina

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Costardi Bros

Costardi Bros. sono Manuel e Christian, nati e cresciuti in mezzo a sughi, pentole e padelle, nella cucina dell’hotel di famiglia, Hotel Cinzia, aperto dai nonni Sandra e Nino nel 1967, a Vercelli.

Da quel momento la passione per la cucina non li ha più abbandonati. Li ha presi entrambi e, come dicono loro, anzi la loro mamma, sono due corpi e un cervello che lavorano in simbiosi. “Io, Christian ho iniziato fin da piccolo a giocare al cuoco tant’è che da bambino giocavo con il dolce forno e obbligavo tutti a mangiare le crostate sfornate. Ho sempre detto che avrei fatto il cuoco. Manuel, invece, è cresciuto giocando in cucina con me. Avendo 9 anni di differenza il momento del gioco di Manuel era sempre in cucina e, quindi ha imparato giocando. Pur avendo 9 anni in più non ho mai trascinato mio fratello a seguire le mie orme, anzi, ho fatto quello che hanno fatto con me, ossia cercare di ostacolarmi in questa scelta, mettendomi di fronte a tutti i lati negativi: impegno, rinunce, durezza. Questo è stato sia per me che per Manuel”.

Il riso… per dimenticare

Spaghetti western, noodles al cioccolato e riso in lattina sono solo tre dei piatti che li hanno resi celebri. “Partiamo dal riso in lattina che è sicuramente la storia più lunga. L’antefatto è la creazione del risotto al pomodoro. Era il 2009, il risotto era nato con l’intento di dimenticare il piatto che da bambini mangiavamo all’asilo (il ricordo di questo piatto era pessimo, sia per sapore che per il profumo che aleggiava nei corridoi nell’asilo). Abbiamo quindi deciso di studiare il modo per fare il miglior risotto al pomodoro. La nascita di questo piatto ha fatto sì che molte cose cambiassero nel nostro approccio alla cucina e, soprattutto, nel nostro modo di pensare a quello che avremmo fatto e cosa sarebbe diventata la nostra idea di cucina. Nel 2012, a Vercelli, c’è stata un’esposizione di Guggenheim dedicata alla Pop Art e Andy Warhol. Una sera, finito il servizio, nel nostro ristorante c’era Bob Noto, persona per noi importantissima che purtroppo ci ha lasciato pochissimo tempo fa. Gli abbiamo detto: ‘Bob, sai che tra un mese sarà inaugurata questa mostra… ci piacerebbe fare qualcosa per la nostra città… fare un piatto da servire durante la conferenza stampa, etc, etc..’. Bob, che era un uomo geniale ci ha risposto: “Domani vi mando l’etichetta per la lattina”. L’indomani è arrivata la mail con la prima etichetta del nostro COSTARDI’s CONDENSED TOMATO RICE, la prima volta che abbiamo usato la lattina non sapevamo dove ci avrebbe portato questo progetto. Era un’idea di food design legato ad un evento particolare, ma poi, con il tempo abbiamo capito il grande potenziale di questo supporto che oggi ci accompagna sempre, sia nel nostro ristorante sia negli eventi esterni, permettendoci cosi di avere un risotto che diventa immediatamente street food.  E la cosa ancora più bella è il fatto di potere regalare la lattina da portare a casa, come ricordo dell’incontro con noi. Negli anni sono nati altre tre lattine oltre al pomodoro: COSTARDI’S CONDENSED CARBONARA RICE, COSTARDI’S CONDENSED TAGLIO SARTORIALE RICE, COSTARDI’S CONDENSED IN ABITO DA SERA. Senza contare le etichette speciali per gli eventi privati. Lo spaghetto western, invece, nasce per una necessità e soprattutto perché, nel 2012, avevamo una consulenza a Londra per PERONI UK. Il tema dell’House of Peroni di quell’anno era il cinema italiano e quindi abbiamo pensato a tutti i piatti legati al nostro grande cinema. Partendo dagli ingredienti, nella location in cui si svolgeva l’evento c’era una sala proiezione in cui venivano proiettati i film italiani e quindi abbiamo pensato come sostituire i pop corn e da li è nata l’idea dello spaghetto fritto da consumare come se fosse una patatina.  IL NOODLES invece nasce dalla voglia di portare nella parte dolce del nostro ristorante un piatto salato che ci piace tantissimo della cultura giapponese”.

I menù nascono dalle loro personalità

I piatti del menù dei Costardi Bros nasce dalle due diverse personalità dei fratelli: “È un confronto continuo il nostro. Molte volte i piatti nascono da una folgorazione, da un profumo, da un ricordo, da un ingrediente sono tantissimi i modi in cui può nascere un piatto. Ovvio che, per noi è fondamentale che i nostri piatti ci rappresentino e soprattutto, siano immediatamente riconducibili a noi, al nostro modo di essere”. Un modo di essere che negli anni di ‘vicinanza in cucina’ non si è scalfito anzi, si è evoluto mantenendo sempre lo stesso stile. “Il riso per noi è il seme da cui siamo partiti. Abbiamo seminato un chicco di riso e da li sono nati i COSTARDIBROS, questo è il nostro claim, siamo nati e cresciuti a Vercelli che è la culla del miglior riso da risotto, quindi per noi l’amore per il riso e per il risotto è stata la cosa più naturale possibile. Il riso per noi è amore mentre la pasta è divertimento, tant’è che la pasta nel nostro menù è spesso un dolce”. Uniti dal riso i due fratelli dichiarano di non litigare mai: “È una domanda che ci fanno spesso. Però noi non litighiamo mai, ma questo non significa che siamo alieni. Il motivo principale è la grande diversità, e soprattutto, il fatto che siamo complementari”. Quale consiglio dare a un giovane che vuole diventare uno chef?  “I consigli sarebbero tantissimi ma siccome quando si è giovani  i consigli non si ascoltano volentieri, l’unica cosa che vorremmo dire è: ricordatevi che il nostro lavoro non si INSEGNA ma si IMPARA. La loro cucina descritta in due parole? Golosa e immediata.

 

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Tratto da Lusso Style di Maggio 2017