Grandi classici del design industriale riprodotti fedelmente in piccole dimensioni: sono i modelli della Miniatures Collection del Vitra Design Museum, una collezione di sedute in miniatura, in scala 1:6, riprodotte precisamente nei minimi dettagli di costruzione, materiali e colore. E non solo.
L’altissimo standard di autenticità sembra estendersi persino alla venatura naturale del legno, alla riproduzione delle viti e alle elaborate tecniche artigianali utilizzate. Un vero e proprio capolavoro di design in miniatura. La serie – prodotta dal 1992 e realizzata con una laboriosa lavorazione a mano – negli anni ha raggiunto per i collezionisti lo stato di culto e annovera attualmente circa settanta modelli: dai classici del design del XIX secolo di Thonet o Charles Rennie Mackintosh, ai pezzi chiave del Movimento Moderno di Marcel Breuer o Charlotte Perriand, fino agli oggetti del Radical Design, come il divano a forma di labbra “Bocca”. E ancora sedie, poltrone e pouf di maestri del calibro di Ronan & Erwan Bouroullec, Charles Eames, George Nelson, Verner Panton, Isamu Noguchi, Jean Prouvé o Bruno Taut. Oltre a essere utilizzate come pezzi dimostrativi in contesti accademici, le miniature sono oggetti che richiamano l’attenzione di appassionati del design alla ricerca di un lusso ridotto ma dall’alto contenuto storico culturale. Un (mini) pezzo da museo.
Quattro nuove miniature
La collezione, testimone di una cultura del design ormai divenuta parte della consapevolezza collettiva, si arricchisce di quattro modelli, presentati recentemente al Fuorisalone di Milano. Realizzate attraverso un processo di produzione digitale, le nuove miniature sono state sviluppate in stretta collaborazione con i designer degli originali, pezzi considerati icone del design del XXI secolo e rappresentati in collezioni museali di tutto il mondo.
Un lusso di certo più accessibile. La Miniatures Collection del Vitra Design Museum contribuisce infatti a rendere i progetti originali – dei quali solitamente vengono prodotti solo pochi esemplari venduti a prezzi altissimi – accessibili a una cerchia più ampia di collezionisti ed estimatori, divenendo così accessori o pezzi da collezione per gli amanti del design. Dei quattro presentati alla Milano Design Week, il modello più prezioso è la “Bone Chair” (2006) di Joris Laarman che ricorda lo scheletro umano: progettata con l’aiuto di un software che calcola la costruzione ottimale per ottenere la migliore stabilità possibile con il minor numero di materiali, la sedia originale (o meglio un suo esemplare) è stata venduta all’asta per quasi 400.000 euro.
La sua miniatura è invece un lusso più ristretto, nei costi e nelle dimensioni, che sfiora “solo” il migliaio di euro. Delle nuove miniature fa parte anche la sedia “Sketch Chair” (2005) del team di designer svedesi Front, famoso per sfidare le concezioni tradizionali del design con il carattere intuitivo del primo schizzo, tradotto poi in un mobile per sedersi. La collezione include la “Sinterchair” (2002) del duo di designer tedeschi Vogt & Weizenegger – considerata come il primo pezzo d’arredamento nell’industria del mobile a essere stato realizzato attraverso un processo di stampa 3D (utilizzato anche per le miniature) – e la “Solid C2” (2004) del designer francese Patrick Jouin, creata da un unico pezzo stampato in 3D e rifinito a mano.
Il Vitra Design Museum
Annoverato tra i più importanti patrimoni del design del mobile a livello mondiale, il polo del Vitra Design Museum comprende in tutto circa settemila mobili, oltre mille lampade, numerosi archivi nonché lasciti di designer quali Charles & Ray Eames, Verner Panton e Alexander Girard.
Non tutti i pezzi sono però esposti permanentemente: l’edificio principale, progettato dall’architetto canadese Frank Gehry, presenta grandi mostre temporanee mentre un nuovo edificio recentemente realizzato (lo Schaudepot) racchiude un’esposizione sulla collezione completa, con una mostra permanente di circa quattrocentotrenta pezzi fondamentali per il design del mobile moderno dal 1800 fino ad oggi.
Di questi, circa settanta modelli sono riprodotti in miniatura in stretta collaborazione con i progettisti o con i loro discendenti: disponibili in una propria scatola di legno, gli oggetti di design sono accompagnati da un opuscolo descrittivo con i dettagli del progetto.
I proventi netti derivanti dalla vendita delle riedizioni in miniatura sono, infatti, destinati alle mostre ed ai laboratori del Vitra Design Museum, oltre alla ricerca, alla mediazione e all’ottenimento degli originali nella collezione del museo.
L’importante iniziativa di autofinanziamento legata alle miniature non documenta così soltanto la storia del mobile ma ne diventa parte integrante essa stessa.
Tratto da Lusso Style di Giugno 2018