Fashion & Luxury: si torna a visitare il celebre Montenapoleone District

0
145
Guglielmo Miani_Presidente MonteNapoleone District

Il mondo del fashion e del luxury continua ad essere un settore in forte crescita e certamente l’avvento del web ha avuto un peso importante. Tuttavia, al di là di quello che si può pensare, secondo uno studio di Deloitte, nel 2025 oltre il 70% dei ricavi dei player globali del settore Luxury Fashion sarà comunque generato da canali offline. Dunque gli store e gli showroom continueranno ad avere un peso ed un’importanza assai rilevante.

Nel celebre Montenapoleone District, una delle zone più esclusive e “luxury” di Milano, Deloitte ha registrato una crescita del numero di visitatori del +20% rispetto al 2021, anche se i valori rimangono più bassi del 32% rispetto ai livelli pre-pandemia. I visitatori stranieri sono triplicati (+197%) rispetto al 2021 ma ancora su valori distanti rispetto al 2019 (-47%). Il numero di clienti cinesi (-97%) e russi (-74%) è crollato nell’ultimo anno, ma finalmente sono tornati i turisti USA (+2%). Dati importanti e incoraggianti per quelle aziende che continuano a puntare sul punto vendita fisico.

I numeri dello studio

Questi numeri emergono dalla ricerca Fashion Luxury Industry Trends & Store of the future, che Deloitte Digital ha realizzato per MonteNapoleone District, l’associazione che rappresenta gli oltre 120 Global Luxury Brand attivi nel Quadrilatero milanese, tra via Montenapoleone, Sant’Andrea, Verri, Santo Spirito, Gesù, Bagutta, San Pietro all’Orto e gli Hotel 5 Stelle lusso Partner. L’analisi ha coinvolto 90 aziende e start-up operanti in EuropaStati Uniti e Asia Pacifico.

Sempre secondo lo studio le vendite totali derivanti dai canali Marketplace (+17%) ed e-Commerce (+21%) sono cresciute significativamente. In particolare, si stima che il mercato dell’e-Commerce possa raggiungere 1,1 trilioni di dollari nel 2025. Per quanto concerne lo sviluppo del Metaverso, invece, il biennio 22’-23’ si rivelerà decisivo per capire come il pubblico sta reagendo alle proposte dell’industria nel settore. Eppure, una parte rilevante della clientela del settore preferisce ancora l’esperienza di acquisto in un negozio fisico in una logica di omnicanalità e personalizzazione, con i Brand che nei propri store stanno sperimentando numerose innovazioni tecnologiche disruptive (Video Shopping, Extended Reality, IOT, etc.) per migliorare e personalizzare l’esperienza di acquisto. 

Nonostante la crescita dei canali digitali e l’impatto sul Retail indotto dalla pandemia di COVID-19, infatti, i negozi fisici del lusso continuano a restare un canale vitale e saranno un punto di riferimento anche per i prossimi anni. Come emerso dallo studio, circa il 60% dei clienti preferisce ancora comprare nei negozi fisici e in particolare, il 47% dei consumatori desidera toccare i prodotti e provarli personalmente, mentre il 70% afferma che gli assistenti alle vendite costituiscono delle figure fondamentali nell’esperienza di shopping.

Altro dato che emerge è che i clienti chiedono ai rivenditori del settore, un servizio sempre più incentrato sulla personalizzazione dell’esperienza d’acquisto all’interno del punto vendita. Gli acquirenti del settore lusso sostengono che la personalizzazione è fondamentale (72%), di questi, il 39% desidera un trattamento personalizzato all’interno del punto vendita.

Massimo De Gaetano, partner di Deloitte Digital che ha condotto e presentato lo studio Fashion Luxury Industry Trends & Store of the future, ha dichiarato: “Il comportamento e le aspettative dei clienti del segmento Fashion & Luxury sono cambiate e in continua evoluzione. La digitalizzazione ha inciso profondamente sull’offerta e sull’esperienza emotiva del cliente, che ora richiede ai Brand uno shopping journeyfrictionless, ovvero senza attrito tra i canali fisici e on-line, emozionante e significativamente personalizzato. In questo contesto, i brand del Lusso, per soddisfare le nuove aspettative dei clienti, stanno investendo su negozi sempre più digitali ed emozionali. Riteniamo che un nuovo concept store ovvero ‘l’Unified Commerce Augmented Store‘, sarà in grado di mettere a sintesi le aspettative dei clienti di un’esperienza omnicanale consistente e iper-personalizzata con le esigenze dei brand di disporre di negozi eco sostenibili ed efficienti sia una delle sfide principali delle aziende della Fashion Luxury arena dei prossimi anni”.    

Guglielmo Miani, Presidente di MonteNapoleone District, così commenta: “Nonostante la forte spinta alla digitalizzazione, la ricerca di Deloitte evidenzia la centralità del negozio fisico quale luogo deputato all’esperienza dei beni del lusso e dove i brand possono offrire un servizio sempre più esclusivo, immersivo e personalizzato. L’innovazione e gli investimenti nell’online devono essere quindi intesi come un’amplificazione della customer journey, con un approccio integrato e omnicanale, in linea con la sofisticazione dei consumatori target. In ottica di customer journey, i dati di traffico di MonteNapoleone District confermano la rinnovata centralità di Milano tra le principali destinazioni del lusso internazionale, unica per creatività e heritage”.

Giovanni Faccioli, Deloitte Global Fashion & Luxury leader, ha detto: “Negli ultimi anni, le aziende del settore della moda e del lusso hanno dovuto rispondere prontamente ai cambiamenti causati dalla pandemia e dall’incertezza economica, ma hanno dimostrato grande resilienza e sono state in grado di sfruttare la ripresa del mercato che quest’anno sta crescendo in maniera molto importante con incrementi dell’ordine del 20%-30% anche rispetto al 2019. Il comportamento dei consumatori, però, è in continua evoluzione con una grande attenzione ai temi della sostenibilità e della circolarità. Per questo, il settore Fashion&Luxury deve saper ascoltare i loro bisogni e soddisfarli con esperienze personalizzate e innovative restando fedele ai propri valori ma con un design di prodotti più sostenibili e trasparenza sulla provenienza dei materiali mediante filiere certificate che consentano un nuovo e più semplice approccio alla circolarità”.

Capitolo sostenibilità

Umberto Andreozzi, partner di Deloitte Digital, ha commentato: “I clienti appartenenti alla Gen-Z sono sempre più attenti alle questioni ambientali e sociali, con il 43% che afferma di cercare attivamente aziende con una solida reputazione in fatto di sostenibilità. I brand si stanno adattando a questo trend con il 60% dei manager del settore che sta investendo o pianificando di investire in un’ottica di economia circolare”. Infatti, tra le tendenze legate alla sostenibilità nel Fashion, il second hand continuerà a diffondersi nei prossimi anni con un CAGR compreso tra il 15% e il 20%.