Un patrimonio da apprezzare e da rispettare. L’Italia è un Paese ricchissimo di Dimore Storiche, che oggi sempre più ospitano turisti e visitatori, che vogliono vivere un’esperienza da favola. L’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.), da oltre 40 anni si propone di conservare, valorizzare e gestire nel modo migliore questo straordinario plus meraviglioso del Belpaese.
L’A.D.S.I. è Ente Morale Riconosciuto con DPR 26/11/90, senza scopi di lucro. Dal 27 aprile 2016 a guidare questa prestigiosa associazione c’è Gaddo della Gherardesca: con lui abbiamo voluto conoscere meglio questa splendida realtà.
Ci può parlare della storia di questa affascinante associazione?
L’Associazione Dimore Storiche Italiane è nata a Roma 41 anni fa, esattamente il 4 marzo del 1977, sull’esempio di associazioni analoghe già attive in altri Paesi europei. I soci fondatori, tutti proprietari di dimore storiche, hanno sentito allora la necessità di creare uno strumento che fosse di supporto ai proprietari nel delicato compito di preservare intatti questi beni culturali di proprietà privata.
Quante sono le strutture che ne fanno parte?
I soci ADSI sono oggi circa 4.500.
Quali sono le caratteristiche che le dimore storiche devono avere per entrare a far parte dell’ADSI?
Le dimore storiche ADSI sono beni culturali privati. Il Codice dei Beni culturali e del paesaggio, emanato nel 2004, identifica infatti fra i beni culturali gli immobili “che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante”.
Quali sono le Regioni più ricche di dimore storiche nel nostro Paese?
Le stime indicative della Fondazione Bruno Visentini citano circa 30.000 dimore storiche di proprietà privata in Italia. Sicuramente posso dire che Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Lombardia sono le regioni con il più alto numero di associati ADSI.
Cosa è possibile fare durante le Giornate ADSI?
La Giornata Nazionale ADSI è ormai un appuntamento primaverile consolidato per le famiglie italiane, ma anche per gli stranieri amanti del nostro Paese. È l’occasione che centinaia di migliaia di visitatori colgono ogni anno di scoprire bellezze del nostro territorio, come ville, casali, castelli o giardini storici, guidati dalla narrazione degli stessi proprietari, che in molti casi vivono da generazioni nelle dimore di famiglia. In ogni regione, oltre alla possibilità di fare visite guidate, l’appuntamento si arricchisce con iniziative locali, come concerti, spettacoli teatrali, mostre, ma anche degustazioni di prodotti tipici.
Quali sono le attività sulle quali puntate, oltre alle Giornate ADSI?
Come Associazione supportiamo molti eventi culturali. Uno dei più significativi è Le Dimore del Quartetto, un progetto che sostiene giovani musicisti e allo stesso tempo valorizza il patrimonio delle dimore storiche italiane. In concreto, dal 2015 abbiamo creato un circolo virtuoso che ha permesso di dare un supporto alla carriera di oltre 150 musicisti e di disegnare itinerari culturali inediti su tutto il territorio nazionale. Naturalmente il crescente interesse verso il turismo culturale ed esperienziale rappresenta una risorsa importante per la sopravvivenza di numerose dimore. Per questo abbiamo creato un portale, dimorestoricheitaliane.it, dedicato a tutte le dimore che hanno avviato attività ricettive, dalla semplice visita, all’organizzazione di eventi, alla ristorazione, all’ospitalità. La dimora storica è la soluzione ideale per chi vuole vivere un’esperienza particolare, immerso in un’atmosfera unica e affascinante.
Quali sono le normative che tengono unita questa associazione?
La normativa di riferimento per l’Associazione Dimore Storiche Italiane è la definizione di vincolo storico-artistico, sancito dall’articolo 9 della Costituzione Italiana. Il vincolo di tutela è fondamentalmente volto alla conservazione dell’immobile nel rispetto delle sue caratteristiche storico-architettoniche; è naturalmente anche un vincolo per i proprietari, per esempio per un eventuale frazionamento o interventi di ristrutturazione o anche conservazione, che devono essere realizzati in accordo con le Sovrintendenze, e naturalmente impiegando tecniche e professionalità specializzate.
Che tipo di rapporto avete con i soci e con i proprietari delle Dimore?
ADSI ha con i propri soci un confronto continuo. Il nostro primo compito è supportarli costantemente, offrendo loro la consulenza e l’assistenza giuridica, amministrativa e tecnica di cui hanno bisogno per portare avanti il loro impegno di salvaguardia e la valorizzazione delle dimore storiche. Organizziamo anche moltissimi incontri, convegni e seminari tecnici su temi di interesse degli associati, e anche viaggi di studio che consentono loro di confrontare la loro esperienza di gestione della dimora con quella di altri proprietari.
Qual è l’età media del visitatore delle Dimore Storiche?
I beni culturali, e fra questi anche le dimore storiche, richiamano un pubblico molto variegato e trasversale a tutte le fasce d’età. Tra i visitatori non ci sono solo gli appassionati d’arte o di architettura, ma anche tutti coloro che sono semplicemente interessanti al “bello”, alla storia, al contatto con un patrimonio paesaggistico intatto e, perché no, a esperienze culinarie legate alla tipicità territoriale. Se si pensa che circa il 70% delle dimore ADSI si trova in zone rurali, è facile immaginare il ruolo svolto dalla rete delle dimore storiche per la tutela e la salvaguardia anche del nostro patrimonio paesaggistico.
Quali sono i suoi obiettivi da raggiungere durante la Sua presidenza?
L’obiettivo principale che mi sono dato fin dall’avvio del mio mandato è stato quello di avvicinare il più possibile il grande pubblico alla realtà delle dimore storiche private, che rappresentano sì larga parte del nostro patrimonio culturale e artistico, ma che hanno una caratteristica particolare: sono dimore “vive”, abitate, non musei, perché spesso vi vivono ancora i discendenti delle famiglie che le hanno costruite e custodite per centinaia di anni. Sono persone che vivono oggi vite normalissime, ma che dedicano tutto il loro tempo libero, se non la loro vita intera, al compito di proteggere questi tesori, sentendo forte la responsabilità di doverli tramandare alle generazioni successive.
Tratto da Lusso Style di Giugno 2018