Giada Curti è una stilista che, con tanto impegno ed abilità certamente fuori dal comune, ha saputo in breve tempo diventare una delle regine dell’Alta Moda italiana.
Vive tra l’Italia e Dubai, che considera come la sua seconda casa. Disegna abiti da sogno che sono ambiti da donne ambiziose e affascinanti che amano essere al centro dell’attenzione, ma con classe.
I suoi abiti sfilano costantemente sui Red Carpet più importanti del pianeta, come quelli di Los Angeles, Cannes e Venezia, ma anche in occasione dei matrimoni più in, cosa che le ha permesso di essere protagonista indiscussa dei talkshow dedicati al wedding. La sua passione nasce da lontano, da quando guardava sua nonna Eva confezionare abiti prestigiosi nel suo atelier e nel presente è condivisa con suo marito, Antonio Curti, titolare dell’omonimo atelier, da cinquant’anni punto di riferimento dell’Alta Moda italiana. Noi l’abbiamo intervistata nelle giornate di Altaroma, evento al quale Giada Curti è estremamente legata e in cui ha presentato la sua ultima, meravigliosa, collezione.
Reduce dai successi di AltaRoma: cosa rappresenta per lei questo evento?
Sono molto legata ad AltaRoma perché ha segnato l’ingresso della mia azienda nel mondo dell’Alta Moda. Ricordo con tanta tenerezza la mia prima partecipazione nel 2009. Già allora avevo chiaro che si trattava di un punto di arrivo importante, il riconoscimento degli sforzi e della passione impiegati nel mio lavoro, ma cosa più importante, già allora sapevo che sarebbe stato il punto di partenza per il progetto di crescita che da quel giorno non ho mai smesso di costruire e che si arricchisce, ogni anno, di nuovi, preziosissimi tasselli.
Giada Curti è ormai un punto di riferimento nell’Alta Moda mondiale. Ma da dove è partita la sua avventura?
Sono nata in una famiglia che aveva alle spalle una solida tradizione sartoriale e per me la mia avventura nel campo della moda parte proprio da lì. Da me, bambina, che quando gli amichetti giocavano fuori, preferivo rimanere in sartoria, a guardare quelle donne srotolare tessuti e confezionarne abiti meravigliosi, mentre provavo a fare altrettanto per le mie bambole. Poi, ovviamente, ci sono stati gli studi, le specializzazioni, gli anni di gavetta, ma non hanno fatto altro che arricchire un bagaglio che oramai avevo già dentro.
La moda è sempre stato il suo grande amore?
Sì, non ho mai immaginato altro per me. Ho finito anche per trovare nella moda l’amore della mia vita, Antonio, quindi si, direi proprio che amore sia la parola più adatta per descrivere il mio rapporto con la moda
Che influenza ha avuto su di lei l’esperienza di sua nonna?
Mia nonna è stata la prima a trasmettermi l’amore, quello vero, per la moda. Da lei ho imparato che lo spirito di sacrificio, l’impegno e la costanza sono doti importanti che si apprendono negli anni di studio e gavetta. Ma non bastano. Devono essere accompagnati da qualcosa che non si impara in nessuna scuola perché è un dono, ed è la passione, il divertimento nel fare questo lavoro. E’ il motore di tutto, quello che mantiene accesa la fiamma della creatività. Ecco, io devo ringraziare nonna Eva per questo dono bellissimo che mi ha concesso.
In che modo vive il suo rapporto con i colleghi?
Mi piace vedere creatività, è stimolante, arricchente. Vivo il confronto come una sana occasione di crescita: riconoscere il talento altrui spinge a dare il massimo ed enfatizzare l’unicità del proprio stile.
C’è uno stilista al quale è particolarmente legata?
Amo moltissimo Giorgio Armani, per me il simbolo assoluto dell’ eleganza italiana.
L’intervista esclusiva completa, potrete trovarla sul numero di Agosto-Settembre di Lusso Style!