Nel settore del lusso, la crescita maggiore è in Italia. Questo è quanto emerge dal “Global Powers of Luxury Goods”, la classifica dei migliori 100 brand nell’universo del settore, realizzata annualmente da Deloitte, societá di revisione e consulenza.
Il Belpaese è infatti il primo al mondo per numero di aziende del lusso, presenti in 26 nella prestigiosa Top 100, con un fatturato aggregato di 1,3 miliardi di dollari (pari al 16% del totale) e una crescita delle vendite pari al 9,3%, che è la terza più alta tra quelle registrate, in aumento rispetto al 6,7% dell’anno scorso. La classifica 2017 è stilata in base al fatturato nel corso dell’anno fiscale 2015, che è arrivato complessivamente a 212 miliardi di dollari (quasi 193 miliardi di euro) per l’insieme delle 100 aziende leader, attive nel prêt-à-porter, negli accessori, nell’alta gioielleria, negli orologi e nei profumi e cosmetici.
Non solo esposizione
I gruppi francesi continuano a dominare il mercato del lusso e sono in testa per volume d’affari. Con una percentuale media del 14,9%, le aziende francesi si trovano in cima alla classifica per nazioni, con un giro d’affari complessivo di oltre 5 miliardi di dollari, realizzato con 10 società. Tre dei dieci più grandi gruppi mondiali del lusso sono francesi (LVMH, Kering, L’Orèal Luxe) e rappresentano più dei tre quarti delle vendite di prodotti di lusso delle aziende con sede in Francia. Al numero uno dei top 100 si conferma il colosso mondiale del lusso, LVMH, che possiede fra gli altri i marchi Louis Vuitton, Fendi e Cèline, con un fatturato di 22,4 miliardi di dollari, seguito dal gruppo Richemont (12,2 miliardi) e da Estèe Lauder (11,3 miliardi). Il gruppo Kering, che comprende anche Gucci e Yves Saint Laurent, si porta dal sesto posto con un fatturato di 8,7 miliardi di dollari e al 5° posto, superando il gruppo svizzero di orologi Swatch, mentre il gruppo cinese di orologeria e gioielleria Chow Tai Fook, che aveva fatto un grande ingresso nella Top 10 della classifica 2015, si ritrova al 9^ posto.
Con le sue 26 aziende presenti nella classifica di Deloitte, l’Italia è la nazione col maggior numero di società, ma il loro fatturato totale arriva solamente a 1,3 miliardi di dollari, pesando per il 16% sulla classifica assoluta. Una performance, in realtà, fortemente influenzata dai risultati di tre nomi noti: Luxottica, che ricopre il quarto posto a livello mondiale con 9,8 miliardi di ricavi (in crescita del 15,5%) e che si spera manterrà la propria sede a Milano in seguito alla fusione con la francese Essilor, seguita da Prada, al diciassettesimo posto con 3,9 miliardi (e due posizioni più in basso rispetto all’anno scorso) e Giorgio Armani, alla ventunesima posizione con 2,9 miliardi di fatturato e una crescita del 4,6%.Tutti e tre questi brand sono fortissimi anche presi singolarmente, e devono gran parte del loro successo al tanto amato “made in Italy”, in tutto il mondo sinonimo di qualità, tradizione e talento, come sottolineato anche nel report.
Tra le prime 20 aziende con la crescita maggiore l’Italia occupa però ben sei posizioni, con il gruppo di occhialeria Marcolin e la firma di lusso Valentino che crescono a ritmi stellari. Tra le new entry dela calssifica, per la prima volta nella Top 100 Deloitte troviamo il marchio svedese Acne Studios al novantanovesimo posto, grazie soprattutto alla grande crescita che ha registrato nel 2015 (+24%). Tra i dieci nuovi entrati, anche se dotati di profili meno luxury, il gruppo francese SMCP (Sandro, Maje, Claudie Pierlot), le griffe britanniche Barbour, Ted Baker e Charles Tyrwhitt, e i marchi tedeschi Marc O’Polo e Marc Cain.
Tratto da Lusso Style di Giugno 2017