Crea dal nulla automobili da sogno. Lo fa da sempre, fin da quando da bambino, in Argentina si divertiva a realizzare modellini in legno di balsa. Autentici capolavori anche oggi. Horacio Pagani è sempre stato un passo avanti a tutti: si è trasferito in Italia giovanissimo e in pochi anni ha fondato dal nulla un’azienda florida che produce automobili destinate ad un pubblico esclusivissimo. Le sue Zonda sono ormai leggenda, la Huayra è il suo capolavoro.
Ad ispirarlo sono le opere ed i pensieri di Leonardo Da Vinci, il cui genio ha offerto a Pagani spunti preziosi nella vita e nel lavoro. Così come gliene ha forniti Juan Manuel Fangio, con cui il giovane Pagani, instaurò una splendida amicizia. L’esperienza in Lamborghini come capo del progetto Countach Anniversary ed in seguito della Diablo, lo hanno arricchito ulteriormente.
Ma soprattutto sono state la sua fantasia, la sua grinta, la sua passione e la sua voglia di creare qualcosa di unico il vero motore della sua impresa. Il valore elevatissimo delle auto che produce rende la Pagani una Casa automobilistica per pochi eletti: da San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, escono autentiche opere d’arte destinate ad un mercato composto unicamente da miliardari. Noi siamo andati a conoscere meglio questo autentico genio dell’automotive.
Horacio Pagani e le auto, che tipo di rapporto c’è?
È una storia d’amore. Fin da bambino sognavo di esporre i miei pezzi ai vari saloni internazionali, costruivo automobiline di latta che poi esponevo ai Saloni di Ginevra e Torino della mia fantasia. Amo Bertone e Giugiaro, le grandi carrozzerie Torinesi e le eccellenze emiliane. Il marchio Mercedes, le auto anni 30 americane. Mi piacciono tutte macchine in generale, sono un grande fan di tutte le supercar.
Lei è un amante del bello. Ma esiste la bellezza assoluta?
Leonardo da Vinci scrisse le “regole universali per identificare il bello”, precise istruzioni su come indentificarlo, in maniera matematica. Definito quindi da un insieme di parole come proporzioni, simmetria e misure specifiche. Ma lo scopo del designer è quello di scoprire cosa il cliente finale giudica bello, cosa suscita emozione. Costruendo “abiti su misura” per persone amanti dell’arte e appassionati di automobili di tutto il mondo, ho sempre pensato ad assecondare il più possibile i loro desideri e la loro percezione del bello. Che è molto differente, da persona a persona. È soggettivo e unico. Come ogni persona al mondo.
È nota la sua stima per il genio di Leonardo Da Vinci. Da dove nasce?
Leonardo è stato sempre un’ispirazione per me. Lo scoprii in Argentina, molto giovane, leggendo un articolo del Reader’s Digest su di lui. La sua grande scoperta, il suo metodo, di unire arte e scienza, è il moto ispiratore di Pagani Automobili. La filosofia che permea la nostra compagnia non è altro che l’applicazione dei dettami che il Maestro teorizzava e applicava mezzo millennio di anni fa.
Cosa immagina quando crea un’auto?
Io devo creare un’emozione. Una macchina da 1 milione di Euro è un oggetto che non ha senso in sé. Devo cercare di creare ogni volta un oggetto che susciti emozioni. Mi lascio ispirare dal mondo che mi circonda, dalle sensazioni che ho, dal modo in cui vivo e mi relaziono con gli altri. Con la Huayra, ad esempio ho voluto ricreare la sensazione di un aereo in fase di decollo.
Da dove nasce il nome Zonda? Perché lo ha scelto per le sue auto?
Zonda è un vento molto forte che spira in Argentina, una forza selvaggia e maestosa, come è la Zonda.
Chi sono i suoi clienti?
Sono le persone più ricche al mondo che hanno un debole per l’arte e la cultura. Hanno tutti un profilo basso, e vanno dai 20 ai 90 anni. Persone che apprezzano il valore di un oggetto d’arte, che amano la cura dei dettagli. Sono di solito persone molto semplici che si sono fatte da sole e hanno lavorato tanto per avere quello che hanno.
Che tipo di rapporto instaura con loro?
Con molti di loro nasce un vero rapporto di amicizia. Basti pensare che quasi tutti i nostri clienti hanno più di una vettura, significa che diventano molto legati al marchio e soprattutto alla filosofia Pagani. Il rapporto che si instaura durante la personalizzazione di una macchina fa in modo che ci si senta molto spesso, quasi tutte le settimane, per scambiare opinioni, emozioni o solo semplicemente per ridere e scherzare insieme. I nostri clienti sono il nostro patrimonio più grande, e ringrazio loro ogni giorno.
Qual è il segreto del successo della Pagani?
Non mi piace usare la parola successo, credo non abbia molto senso. Noi siamo contenti di avere, come detto, molti clienti entusiasti e soddisfatti, una fabbrica solida, un grande team e soprattutto una grande passione per quello che facciamo. Questo ci ripaga di tutti gli sforzi che ogni giorno facciamo.
Maniacalità nei dettagli e nella scelta dei materiali: questo rende uniche le sue auto?
Quello che rende uniche le nostre auto è la passione che ogni singolo membro del nostro team, dall’ingegnere che progetta una vite, al designer che disegna un particolare, all’artigiano che plasma la carrozzeria in carbonio alle ragazze che organizzano i tour. La passione, unità alla filosofia rinascimentale che abbracciamo, rende ogni processo, ogni azione una sintesi tra arte e scienza, tra le tecnologie più avanzate al design più personale.
La Huayra è stata la sua opera più grandiosa?
È stato il frutto di 10 anni di lavoro, di tanti sacrifici e di grandi investimenti. Sono veramente fiero di quello che siamo riusciti a creare io ed il mio team. Veramente fiero.
È vero che alcuni suoi clienti tengono le auto nel proprio soggiorno come fossero opere d’arte?
Certo, sì è vero. Alcuni di loro le conservano solo per guardarle ed ammirarle. Ma ci sono molti altri clienti che adorano guidare una Pagani per le sensazioni che trasmette. Ad ognuno la propria emozione, la propria esperienza, di guidare, possedere, ammirare una auto Pagani.
Il mondo dell’esclusività è ancora affascinante come un tempo?
Sì, se per esclusività intendiamo il design pensato sul cliente, intendiamo la ricerca maniacale del dettaglio. In questo mondo di oggi, in cui molto è standardizzato e di consumo, la singolarità di un oggetto esclusivo e pensato ad hoc esiste ancora.
Cosa rappresenta per lei il lusso?
Il mio lusso è il tempo. Il tempo che passo con la mia famiglia, il tempo che dedico con il mio team di designer, il tempo per me stesso. Questo è il vero lusso, in un mondo che corre veloce e non si ferma, il vero lusso è il tempo che ci si concede per assaporare l’istante.
Cosa le piacerebbe fare ancora nel mondo dell’automotive?
C’è ancora tanto da sognare, tante emozioni da vivere e tanta voglia di regalarne. Ogni giorno, a tutti i nostri fans e a tutti i nostri clienti.
Intervista tratta da Lusso Style di Giugno 2014