We are the project, questa era il titolo della sfilata evento organizzata per lo IED ROMA FASHION SHOW 2024. Una passerella in cui entusiasmo, carattere e creatività l’hanno fatta da padrone, portando una ventata d’aria fresca in un ambiente in cui è necessario un continuo rinnovamento di idee e proposte.
Diciannove progetti di moda, presentati presentate ai piedi dell’acquedotto romano che abbraccia la sede IED: dodici capsule collection, quattro collezioni di accessori e tre di gioiello.
Le collezioni dello IED ROMA FASHION SHOW 2024
“Abitanti”, collezione di Leonardo Fizialetti che indaga la relazione con la nostra casa e con gli oggetti che custodisce, interrogandosi su quali siano davvero essenziali alla crescita personale. C’è “Douceur”, collezione di Irene Panzini, che con i suoi outfit richiama e celebra la pasticceria di famiglia, per unire alle sue radici la sua passione per la moda. Così, gli sbuffi di una gonna richiamano i riccioli di panna, la giacca da pasticcere diventa un abito da sera, il toque blanche si trasforma in un top. C’è “L’ennui”, progetto di Annamaria Jerinò dedicato alla noia, che secondo la studentessa è l’emozione che più descrive il vivere contemporaneo. Con l’affermarsi del fast fashion, che ha generato la tendenza dell’acquisto compulsivo, si è spesso sommersi dai propri oggetti, così tanto da non sentire più alcun rapporto con loro. “Viviamo dunque nel tempo della noia?”, si domanda Annamaria. Un sentire comune ad Alessandro Pozzolini, che con la sua collezione di accessori “Homo. Deus”, mette in scena un essere umano iperconnesso, alla guida delle più alte tecnologie ma allo stesso tempo governato dalla tristezza. Un lavoro che coniuga l’arte dell’upcycling alla sartorialità, come “Coeur Sensible”, della studentessa Shaven Nuyandoa: un’analisi sul colore rosa che lo porta al di là degli stereotipi.
E ancora, ‘navigando’ verso un universo lontano, gli outfit di “Paradox”, di Simone D’Ostuni, rappresentano forme di vita capaci di sopravvivere alla “fine del mondo”, quelli di Moonlife, creati da Teresa Colonna, sono invece pensati per un viaggio a bordo di una navicella spaziale, in direzione Luna. Infine, Dritto filo, progetto di Maria Bruni, è un focus sulla modellistica che vuole enfatizzare il legame prezioso che si crea tra il filo e la mano, tra l’abito e l’artigiano, un rapporto che attraverso la manualità e il contatto diretto con il tessuto fissa un’identità profonda e indelebile.
“We are the project è un inno alla libertà di essere sé stessi, di mostrarsi al mondo con il proprio talento e le proprie ambizioni”, ha commentato Paola Pattacini, Head of Fashion School IED Roma. “Oggi i designer presentano progetti fondati sull’alta sartorialità, che è da sempre un tratto distintivo della nostra sede. I lavori portano poi in scena una moda senza genere e senza confini, ma che rappresenta e mette a nudo l’anima di chi l’ha creata”.