Una nuova tendenza in crescita esponenziale, che rappresenta un giro d’affari di oltre 240 miliardi di euro. Oltre al contesto politicamente molto dibattuto, emerge ora il fenomeno del modest-fashion grazie al successo di un’azienda di Istanbul, Modanisa, che sta spingendo tantissimo sul suo marchio d’abbigliamento femminile.
Veli colorati, accessori sgargianti, tuniche sinuose. Sono solo alcuni degli indumenti lanciati dalla moda islamica in Turchia per dare voci diverse alle donne. Conosciuta anche come modest fashion, è una moda inarrestabile che ha catturato anche gli occhi della giornalista Loccatelli nella sua testimonianza per TPI.
“Noi forniamo vestiti che coprono il corpo – gambe, braccia e capo – pensati esclusivamente per le donne musulmane” spiega Duygu Demir, al servizio dell’attuale principale rivenditore online di moda islamica.
Una start up turca, perfettamente al passo con le iniziative tecnologiche, lanciata nel 2011 con l’obiettivo di offrire “una scelta” alle milioni di donne musulmane nel mondo.
Demir spiega chiaramente che la moda islamica segue minuziosamente i trend del momento: “Non ci facciamo sfuggire le ultime tendenze: ora, ad esempio, vanno molto i giubbotti bomber, i colori metallizzati e, più in generale, ritornano prepotentemente i colori.”
Come si può vedere sulle loro brochures infatti, compaiono sgargianti veli coloratissimi che passano dal giallo canarino al verde spiccato. Questa moda, a dire di Duygu Demir, è anche economica: “I prezzi sono inferiori, ad esempio, rispetto a quelli di Zara, nonostante le nostre stoffe siano di qualità nettamente superiore”.
Cavalcando l’onda, non manca la linea più morbida dedicata alle curvy. L’amministratore delegato di Modanisa, Kerim Ture, spiega che questo progetto si è sviluppato velocemente e ha enormi potenzialità: “È stato calcolato che i consumatori musulmani hanno speso circa 243 miliardi di dollari su abbigliamento e calzature nel 2015. Questo numero è maggiore rispetto ai mercati di abbigliamento del Regno Unito (107 miliardi di dollari), della Germania (99 miliardi di dollari) e dell’India (96 miliardi di dollari)”.
Questa industria è cresciuta enormemente negli ultimi anni e alcuni indicatori attestano che la moda islamica continuerà a crescere.
La spiegazione è semplice: è un brand che rispetta e rispecchia pienamente la religione delle donne musulmane ed inoltre si può far leva sulla giovane età media dei paesi musulmani (attualmente stimata sui 30 anni). Inoltre, il potere d’acquisto dei giovani consumatori sta nettamente crescendo nel corso degli anni. Il prodotto interno lordo (Pil) dei paesi con una popolazione a maggioranza musulmana infatti è proiettato a crescere a una media del 5,4 per cento l’anno, che è maggiore rispetto al tasso di crescita del Pil annuo in Europa e Stati Uniti nel corso dei prossimi anni.
Il successo, anche in questo caso, è di internet. “Le donne musulmane di nuova generazione utilizzano moltissimo il web e comprano online. Vogliono raggiungere più opzioni contemporaneamente. Inoltre il consumo è diventato un tratto distintivo dell’identità: desiderano acquistare l’abbigliamento nel rispetto dei principi della loro fede. Il nostro concetto di bellezza è influenzato sia dalla cultura e fede musulmana che dalle idee globali. Le nostre vendite internazionali rappresentano fino al 60 per cento di tutte le nostre vendite. Spediamo in più di cento paesi e il nostro sito registra 9 milioni di visitatori al mese. La modest fashion ha un enorme potenziale e molti attori globali stanno investendo in questo settore ” spiega il delegato di Modanisa.
La loro forza lavoro può contare sulla presenza lucente della famosa stilista Anniesa Hasibuan, molto apprezzata in Medio Oriente, nonché la prima stilista musulmana che ha avuto occasione di presentare a New York una collezione di moda concepita secondo i canoni della cultura e religione islamica.