Fashion e arte in una mostra unica che raccoglie i capolavori di uno dei più grandi couturier del mondo: Hubert de Givenchy. Fino al 31 dicembre il Museum of Lace and Fashion di Calais, nel nord della Francia, ospita una rassegna per celebrare i 90 anni del famoso couturier lungo una collezione di outfit e accessori realizzati durante la sua florida carriera.
Estro creativo e ispirazione guidano i visitatori in un universo che ha accolto il gusto di generazioni e dettato le mode degli ultimi decenni. La Maison fondata nel 1952 dal sarto di Beauvais ripercorre sessantacinque anni di splendori in una ex fabbrica del 19esimo secolo, ora diventata museo.
La mostra, la cui direzione artistica è firmata dallo stesso Hubert de Givenchy, è curata da Shazia Boucher ed Eloy Martínez de la Pera Celada e racconta la storia dei numerosi incontri e collaborazioni che hanno fatto la storia del designer, a partire dall’amore cinematografico per Audrey Hepburn a cui Givenchy ha dedicato il famoso profumo jus de L’Interdit come tributo alla sua grazia ed eleganza.
90 anni, tra ricerca ed eleganza
Il Museo è un polo espositivo sensoriale che Givenchy ha dedicato una sezione ai suoi chapeaux più iconici, quindici in tutto, dai pillbox in satin e piume di struzzo, ai baschetti in velluto, fino a quelli dall’effetto più “drammatico” ricchi di paillettes e piume di tacchino. “Un tempo, guanti e cappelli erano un accessorio indispensabile. Nessuno usciva di casa senza averli indossati», ha spiegato Monsieur Hubert durante la conferenza stampa di presentazione della mostra. “Il cappello è come il puntino sulla i. Ha il potere di ridisegnare la silhouette”. Nel corso della sua carriera, Givenchy ha rivisitato l’eleganza in stile Balenciaga da lui stesso definiti “Impeccabili. Dalle rifiniture ai tagli. Una lezione di equilibrio e perfezione” come riportato da Sarah Moroz di Thecut.com. Pupillo del couturier spagnolo, Givenchy ha inoltre raccontato quanto un cliente si affidi completamente nelle mani di un fashion designer, quasi come fosse un dottore, un esperto del corpo altrui.
La mostra
Il percorso della mostra si apre con la primissima collezione firmata Givenchy e risalente al febbraio del 1952, dove capeggia la “Bettina blouse”, la camicia con le maniche a balze e rifinita in pizzo inglese nero, dedicata alla top francese più fotografata degli anni Cinquanta: Bettina Graziani. Tra gli altri, alcuni pezzi meno haute couture e più pratici, anche nel prezzo, anticipano in modo rivoluzionario lo sportswear, poco amato in Francia ma neonato negli Usa. Nella sezione dedicata agli anni Ottanta e Novanta, compaiono i little black dress in versione pelle, impreziositi da bottoni oro, cinture, foulard, e cappelli. Un tripudio di paillettes, broccati lamé e rosso vinile fino ad arrivare all’evening dress in seta creato per Jerry Hall nel 1975 e definito “atipicamente sexy”, poiché più sobrio rispetto all’opulenza caratteristica della maison. Un settore a parte è inoltre dedicato all’attrice Jackie Kennedy tra le clienti più affezionate di Hubert che, prima di diventare First Lady vestiva a Parigi i panni di giornalista. Un’amicizia interrotta proprio dopo la “salita al potere” che le costò la rinuncia ad indossare capi che non fossero realizzati da stilisti americani.
In un trionfo di colori, spiccano le creazioni ispirate alla maison Schiaparelli che ha influenzato lo stile del designer con fiori multicolori su abiti e giacche, ma anche ad artisti come Joan Miró e Nicolas de Staël, ne sono un esempio i cappotti in taffeta e i cosiddetti “robes du soir”.
Audrey Hepburn: la storia di stile più famosa del cinema
Un incontro fortuito diede inizio ad un’amicizia che ha fatto la storia, quella tra una delle attrici più amate e invidiate al mondo, Audrey Hepburn e il couturier francese Hubert de Givenchy. Tra moda e stile, Givenchy che aveva inizialmente rifiutato la proposta di realizzare i costumi di scena del film Sabrina, ha dato il via ad un connubio sensazionale firmando tutti gli outfit cinematografici dell’attrice inglese, da Cenerentola a Parigi a Sciarada fino al forse più famoso Colazione da Tiffany. D’altra parte se pensiamo alla Hepburn è facile immaginarla nel suo lungo tubino in raso nero corredato di spacco e guanti, mentre rimira le vetrine di Tiffany davanti alla gioielleria sulla 5th Avenue di New York.
Due sale dedicate ai profumi
Nello spazio dedicato alle fragranze leggendarie della Maison, i visitatori possono scoprire i tre bouquet indimenticabili che hanno fatto la storia della profumeria, a partire da jus de L’Interdit dedicato ad Audrey Hepburn. Storico fu il visual pubblicitario dove il viso dell’attrice è coperto da un velo leggero come la scia di un’essenza che sancì la Hepburn come prima tra le testimonial nella storia della profumeria. Completano la sezione anche le strutture olfattive de L’Interdit, di Amarige (1991) e del maschile Givenchy Gentleman (1975) che guidano il visitatore alla scoperta degli ingredienti e delle composizioni direttamente dai flaconi in mostra.
La moda nel 2017?
“È difficile dire cosa sia la moda nel 2017 – ha riportato la Moroz sulle parole del couturier – forse fa rima con laissez-faire, mixare tutto con tutto. Quasi il contrario rispetto alla mia epoca, dove ogni cosa era inquadrata in uno schema ben preciso. Oggi fondamentalmente s’indossa quel che si vuole. Per me la Belle Époque della moda rimarrà per sempre quella di Madame Grès, Madame Vionnet, Monsieur Balenciaga e Monsieur Dior! Abiti così sontuosi che necessitavano di una stanza per sé dove poterli indossare. Oggi è cambiato tutto, non so se esserne entusiasta o meno. Quello che so è che dalla morte di Saint Laurent, la moda è un’altra”.
Tratto da Lusso Style di Luglio/Agosto 2017