Una volta i marchi, da quelli dell’elettronica fino a quelli della moda, servivano unicamente ad identificare questo o quel prodotto e distinguerlo dagli altri. Esistevano i marchi principali, le sottomarche e poi tutto il resto. Creare un trend o far conoscere la propria iniziativa era decisamente molto difficile, poiché il concetto di comunicazione globale non era minimamente conosciuto. Griffe prestigiose, quelle per intenderci che non avevano bisogno di pubblicità, venivano illuminate da servizi televisivi di pochi minuti, magari nei telegiornali; tutte le altre erano pressoché comprimarie e senza grandi speranze. Poi la rivoluzione. L’avvento di internet, delle tv satellitari, dei canali tematici, delle riviste specializzate, ha cambiato tutto. Oggi, prima ancora del prodotto, c’è il marchio.
Se entrate in un negozio di Armani, sapete già che qualsiasi cosa acquisterete sarete sommersi di complimenti. Stesso dicasi se scegliete un prodotto Apple o Samsung, siete coscienti del fatto che, comunque, state per acquistare qualcosa etichettabile come “top”. Il marchio, o logo che dir si voglia, è diventato il faro con il quale illuminare le proprie creazioni. Oggi chiunque sarebbe in grado di riprodurre nei minimi dettagli un iPhone o una maglia di Versace. Il discorso è che comunque non si avrebbe sull’etichetta il marchio che rende il prodotto esclusivo. Questo è il motivo per cui molte aziende, pur mantenendo inalterati gli stilemi, di tanto in tanto tendono a modificare il proprio logo, rendendo chiaro il messaggio del rinnovamento continuo e dell’adeguamento ai tempi. Un ruolo molto importante nella proposizione del marchio, inteso quasi come fosse un simbolo di appartenenza, è quello rivestito dai social network che interagiscono con i propri “seguaci”.
Gucci, Valentino, Dolce&Gabbana, Lamborghini, Ferrari, Bulgari: tutti sono presenti sui social, issando la propria bandiera ogni qualvolta c’è qualcosa da comunicare. Grazie a questi preziosi strumenti multimediali, abbiamo assistito alla nascita e alla “qualificazione” di molti brand del settore lusso che prima non si aveva modo nemmeno di concepire come tali. Nuove realtà, grazie al web hanno avuto modo di far conoscere non solo la propria attività e il brand, ma anche e soprattutto il prodotto che molte volte nel tempo è divenuto icona di stile e di esclusività. La crescita dei canali web ha favorito enormemente un processo di educazione mondiale e all’opera di radicamento di quella che in molti definiscono una nuova arte, ovvero quella attraverso la quale vengono realizzati prodotti esclusivi, raffinati, lussuosi e senza compromessi. Quanta differenza c’è tra un bel quadro ed un abito griffato da un grande stilista? Il pittore ed il designer, infatti, hanno entrambi creato qualcosa di unico, un’opera d’arte che viene apprezzata dai cultori del bello nel medesimo modo.
Ciò che viene prodotto al giorno d’oggi vuole in realtà trasmettere un messaggio: un ideale, una proposta, una visione. Ed è infine questo che attira l’attenzione degli appassionati e degli amanti del cosiddetto “top”, che in controtendenza con la situazione economico-finanziaria mondiale, sono in forte aumento. C’è una costante ricerca dell’esclusività e del bello e, naturalmente, questa viene fatta in ambienti dove si sa di poterne trovare. Non si andrebbe mai a cercare un monile d’oro in un mercato di periferia… Ed ecco che, in base alle proprie possibilità, si entra nei monomarca delle grandi firme mondiali e si cerca il modo di appagare il proprio palato fine, scegliendo il prodotto che più si confà alle necessità del momento. Non ci sono vie di mezzo. Il marchio è oggi per un’azienda la ricchezza più grande e rappresenta l’identità di ogni singolo prodotto che esce dalle fabbriche o dai laboratori artigianali.