Indipendenza e libertà, questi sono stati i principi ispiratori delle 18 idee creative della Scuola romana di Moda dell’Istituto Europeo di Design (IED) che hanno sfilato a Roma nei giorni scorsi. “Me, myself and I” e tecnicamente legato al concetto di indie fashion, questo il tema dell’evento che ha raccontato lo studio e il recupero del vintage per superarlo tramite rielaborazioni personali.
“Quest’anno i progetti sono nati da percorsi introspettivi e hanno sposato il trend dell’independent fashion. Molti dei progetti in mostra hanno reinventato sapientemente elementi che appartengono al passato, proiettandosi così sul futuro”, ha commentato Paola Pattacini, coordinatrice della Scuola di Moda IED Roma. “Lo spirito del fashion show ha unito ai temi centrali della sede romana, legati all’indipendenza e alla sartorialità anche il coraggio che i più giovani hanno nell’esprimere i loro valori”.
Le collezioni che hanno sfilato
Sono undici le capsule collection presentate, accompagnate più tre collezioni di accessori e quattro di gioielli. A presentare le linee, una generazione che sta sviluppando nuovi modelli sociali, sempre più inclusivi, oltre che temi di grande attualità come la lotta al femminicidio, il superamento dell’identità di genere, la celebrazione del femminile, il body positivity.
Tra queste spicca certamente L’Amore Superbaby, collezione della designer Ban Zsofia Klara che nasce da una domanda: è davvero la scelta di cosa indossare che ha ucciso Mahsa Amini?
E ancora Aiktu, di Paolo De Stefano, il quale a partire dallo studio della civiltà Babilonese, ha sconfinato in un ambiente del tutto contemporaneo, seppur prendendo in prestito forme, colori e texture dal passato. Un ruolo fondamentale nel progetto è dato alle comunità di aggregazione e all’ideale di condivisione di uno spazio comune.
Di Grande impatto anche la collezione Animata Materia, di Dorotea Oddo, che vuole rappresentare un viaggio che dall’interiorità arriva alla percezione che il corpo subisce dal mondo esterno. Un percorso che analizza l’anatomia umana, la pelle, che come un vetro parla al mondo esterno e, infine, le reazioni dell’individuo attraverso gli stati alterati di coscienza.