Mode e tendenze del Mondiale di calcio in Russia

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Controcultura, innovazione e apertura: i Mondiali in Russia sono un’occasione per i cittadini sovietici di mettersi in mostra agli occhi di un mondo che sì, le si è aperto ma che deve ancora totalmente farsi scoprire.

32 squadre si stanno affrontando a viso aperto, dislocate in 12 avveniristici stadi e 11 città molto distanti tra di loro, con tutte le strade che portano al glamouroso Luzhniki Stadium di Mosca, teatro della finalissima che vede 10 nazionali accreditate per la conquista della Coppa del Mondo.

Una interessante novità dell’edizione russa è il VAR (Video Assistant Referee), la tecnologia che abbiamo imparato a conoscere come un libro di scuola nella scorsa stagione della Serie A e che rispecchia anche le tendenze innovative di alcune delle metropoli russe.

Quale migliore vetrina che quella dei mondiali, fortemente voluti dal governo e immagine della politica di grandezza dell’ex Unione Sovietica? I Mondiali possono veramente rappresentare il grande punto di svolta della Russia agli occhi del mondo.

Già alla fine degli anni 90’ gli ex sovietici diedero vita a quella controcultura che ne caratterizzò l’uscita dal regime comunista: contro le tendenze dominanti, contro il conformismo all’insegna dell’originalità e dell’eversione. Le cose sono comunque cambiate fin dai primi anni Duemila. Lusso e ricchezza nella vetrina russa a partire dalla cerimonia d’apertura con il celebre Robbie Williams. Stile, eleganza, sfarzo: nella Mosca allestita per l’occasione senza nessuna pecca. C’era il gran galà della politica, della moda, della ricchezza. A cominciare dai vertici della Fifa, per finire a quelli del governo. Anche le città, sedi di lusso dei ritiri delle Nazionali, sono state preparate tutte per la grande occasione: una Mosca che, dalla suggestiva Piazza Rossa, si è colorata ed ha esposto tutte le sue meraviglie agli occhi dei turisti e dei tanti che in questi giorno soggiorneranno nella capitale russa. Come Mosca così come San Pietroburgo, la più europea e trendy, suggestiva e ricca di attrazioni. Così Soci, fresca di Olimpiadi.

In Russia confluisce anche il centro della moda: Louis Vitton ha realizzato una limited edition per la cerimonia di apertura del Mondiale. Altre case di moda si stanno adeguando. Ogni calciatore ha poi un suo marchio di fabbrica e ci guadagnano anche le grandi case che sponsorizzano il Mondiale: dalla Nike all’Adidas, in un mercato che non ha paragoni, come quello calcistico odierno. Nonostante una forte disparità sociale che in Russia c’è, seppur occultata dallo sfarzo e dalla lussuria, dalle parti di Mosca sono riusciti a centrare l’obiettivo: imporre il modello di vita e lo stile sovietico ed esportarlo nel mondo.