Nelle nostre interviste esclusive, così come nei servizi che abbiamo realizzato in questi mesi sulle pagine di questa rivista, abbiamo spesso nominato la definizione “lusso sfrenato”, di cui abbiamo più volte discusso. Lo abbiamo fatto perché, senza voler essere ipocriti, a noi piace parlarne e soprattutto viverlo. Viaggi, moda, tecnologia, motori, ma anche ambienti e modi di affrontare le situazioni: ci piace affrontare ogni situazione con sfarzo e agiatezza, senza farci mancare nulla.
Adoriamo i gran galà, ci piace indossare abiti eleganti e prestigiosi, viaggiare con auto di lusso verso destinazioni esclusive. E anche frequentare persone che condividano le nostre stesse passioni. Talvolta ci siamo chiesti se ciò non fosse inopportuno, poiché come sappiamo, la stragrande maggioranza delle persone non può permettersi simili lussi. Ma poi, in fin dei conti, riflettendo, abbiamo considerato che Lusso Style ha un duplice obiettivo: far conoscere ai più fortunati le ultime tendenze, novità, prodotti, luoghi cult e a chi non può, far semplicemente sognare e sperare in un futuro migliore.
Frequentando determinati ambienti, tuttavia, ci si pongono inevitabilmente degli interrogativi a proposito di un argomento che divide chiunque abbia un minimo di buon gusto. Dove finisce il lusso ed inizia l’eccessivo, dove il raffinato sconfina nel pacchiano, dove ciò che è elegante tende a divenire poco chic.
Cosa significa lusso? Cosa non si deve fare apparire inopportuni in certe situazioni ed in determinate compagnie? Sicuramente ci sono dei canoni da rispettare, ma quel che è importante, a nostro sindacalissimo giudizio, è evitare tutto ciò che è di troppo. I proverbi sono stati inventati dai saggi e… quello che recita “il troppo stroppia”, non lo abbiamo certo scritto noi!
Ad esempio, vi sono in Italia e all’estero, esclusivissime strutture alberghiere che ai più possono apparire da sogno ed in effetti lo sono: malgrado ciò ci sono frangenti in cui certe “attenzioni”, possono apparire eccessive, poco piacevoli da vivere. Ci sono alcune scene di un film intitolato “Viaggio sola”, dove la protagonista, la bravissima Margherita Buy, che riveste il ruolo di un’ispettrice della qualità degli alberghi, che discute con una conoscente di questo il lusso che le circonda nell’hotel in cui sono ospitate, non sia eccessivo e poco “concreto”, di come l’eccessiva assistenza talvolta possa minare la piacevolezza di un soggiorno, togliendo di fatto la possibilità di dedicare del tempo a sé stessi in assoluta solitudine.
La stessa cosa, vale per tutto il resto. Delle volte un punto luce al collo, con due brillantini alle orecchie, sono molto più fini rispetto ad un collier di diamanti enormi ad un cocktail party a bordo piscina. Presentarsi ad un primo appuntamento a bordo di una luxury car guidata da un elegantissimo autista, può essere sconveniente nei riguardi dell’altra persona che si aspetta di trascorrere una serata fatta di privacy ed intimità.
Insomma, il confine tra lusso esclusivo ed eccessivo è piuttosto lieve per chi non prende in considerazione alcune regole del buon gusto e del savoir faire. La raffinatezza e l’eleganza sono doti intrinseche nello spirito di un evento (di un luogo) e di coloro che ne prendono parte. In alcune situazione si tende a strafare e non c’è nulla di più sbagliato. Non c’è bisogno di ricorrere a sofisticatezze esagerate solo per timore di non essere abbastanza raffinati. Il segreto è cercare di mostrare la propria essenza in ogni situazione, facendo sentire a proprio agio chiunque. “Il troppo stroppia”: parole sante.
Da Lusso Style di Maggio 2014