Un cambio di funzionalità per la boutique dei mastri profumieri di Campomarzio70. Da anni noto punto di riferimento per gli amanti delle fragranze più raffinate, cambia veste in occasione dell’apertura del Festival del Cinema di Roma.
Ad esporre le proprie creazioni Silvia Bisconti con il brand Raptus and Rose, trasformando così i due piani della galleria in un atelier sartoriale aperto al pubblico interessato. Campomarzio70 ha individuato in Raptus and Rose un processo creativo che è simile a quello dei nez, i “nasi” profumieri.
In entrambi i casi si parte da materie prime ricercatissime, provenienti da tutto il mondo; in entrambi i casi la fonte di ispirazione sono i viaggi, le esperienze personali, le emozioni più intime; la produzione è essenziale e ridotta in termini di quantità: volendo conservare una qualità di prodotto altissima, la duplicazione in serie non è prevista. L’obiettivo è arduo ma puro: stupire.
Attraverso l’olfatto si riescono a portare in memoria segreti nascosti del cuore, un compito quindi molto nobile. Entrando in Via Vittoria 52 si assapora tutta la bellezza di un viaggio esotico attraverso mete come India, Africa e Asia. Le creazioni della designer sono edizioni limitate e pezzi unici, incorporati a modelli dal taglio essenziale. Parlando con la dolcissima Silvia scopriamo che i pezzi sono davvero originali ed unici, si diverte infatti a scovare nei suk e nei mercati orientali più reconditi dei tessuti particolari, che raccontino la storia del luogo ed il suo viaggio.
Nel repertorio risaltano pijama pant, cappottini iper femminili, kimono, pantaloni ricavati dalla fodera interna di giacche maschili con cuciture sartoriali, preziosi ricami, tinture e stampe a mano che raccontano di viaggi nel mondo alla ricerca di tessuti e di stoffe in tanti colori ma anche di avanzi di abiti con storie belle, che meritano di essere raccontati anche a chi non li abbia vissuti di persona. “Ognuno ha dentro una storia, che è fatta a sua volta di molte storie – racconta Silvia Bisconti – il mio lavoro consiste nel cercare prima i tessuti, mi innamoro delle cose più spaiate e poi scopro che mettendoli insieme creano tutta una nuova storia, perché sta tutto nell’armonia dei colori e tessuti mescolati insieme con provenienze lontanissime tra loro. Quello che mi entusiasma del lavoro che faccio è proprio questo, cioè che delle cose che arrivano da luoghi e tempi lontani da noi improvvisamente insieme danno origine a qualcosa di nuovo, ad una storia nuova che la donna vuole indossare. Le mie creazioni non sono semplici vestiti, ma storie da raccontare. Tutti i lavorati escono direttamente dal mio atelier personale, dove lavoro a mano e su misura con dedizione”.
Tra gli abiti ci mostra con orgoglio un tagliato giapponese con velluto italiano stampato (Venezia) per le maniche, ed i bordi della chiusura con tessuto originale di un kimono anni ’60 e poi il kantha del Bengala e poi ancora un broccato indiano di Varanasi. Il prodotto finito (ci vogliono almeno due giorni di duro lavoro per farlo), è un abito dalla personalità unica che lascia a bocca aperta, domandandosi molto sui luoghi di origine dei tessuti che la donna andrà ad indossare. Viaggiare è l’inizio di ogni nuovo progetto , Raptus&Rose non è solo un negozio, non è solo una sartoria. È un luogo di trasformazione, di ricerca ed invenzione. In sostegno, anche le parole di Lisa Bonfatti in rappresentanza di Campomarzio70: “Seguivo Silvia già da un po’, poi un giorno è arrivata l’idea di unire l’essenza di Campomarzio70 ai suoi abiti perché c’era un fil rouge importante.
Sia Campomarzio70 che Raptus&Rose raccontano viaggi e personalità, tant’è che ad ogni abito abbiamo abbinato un profumo ideale che rappresenti la sua provenienza, colori, spezie ed origini”. Un’azienda di alta profumeria che si sta espandendo sempre di più grazie alla dedizione per il loro lavoro e il riscontro positivo della clientela. Sono riusciti a fare della contaminazione artistica un valore tangibile nella proposta non solo di profumi, ma anche di accessori, per la persona e per la casa – L’Objet, Fornasetti, Chez Dédé, Corallia sono tra i brand più apprezzati, per citarne alcuni. Il background culturale di Silvia Bisconti fa il suo vero debutto dopo aver seguito le regole del fashion system per molti anni, sentendo così il desiderio di cambiamento e il rifiuto di una moda – ma anche di uno stile e di una filosofia di vita – che si svolge in spazi chiusi, tra poche persone e con una forte autoreferenzialità. “Sentivo la necessità di una Moda Liberata, che vestisse donne vere, con corpi veri, alte, basse, magre o robuste, giovani e mature. Donne con storie e vite autentiche”.