Rosso, il colore del Natale e della regalità

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Strade decorate, tutto il necessario per le più belle tavole imbandite e immagini di Babbo Natale ad ogni angolo e vetrina: sono nell’aria le più dolci note delle Feste Natalizie. E sono tinte di rosso. Questo colore primario, identificato come sinonimo di passione per tutto l’anno, a dicembre veste la tradizione e abbandona la sua vena di malizia. Ma ben prima delle decorazioni natalizie, il rosso ha sempre avuto particolari connotazioni simboliche nella storia del vestire, come rappresentazione di potere e dignità regale.

Dai re ai cardinali

Il mantello purpureo in araldica è simbolo di potestà sovrana e quindi riservato ai membri delle famiglie reali ma, in casi particolari, il suo uso è stato concesso anche ad altri nobili, in riconoscimento di particolari meriti. In particolare, sin dai tempi antichi, la preziosità della porpora ne ha fatto abito tipico di re, principi e religiosi.

Un esempio ancora chiaro ai giorni nostri è rappresentato dai mantelli del potere e dalle vesti dei cardinali che indossano una tunica di color rosso per ricordare – oltre al sangue dei martiri – la loro regalità di “principi della Chiesa”. Non a caso anche lo stesso Papa, in passato, indossava abiti di color rosso, abbandonati poi per il bianco nel 1566 quando Papa San Pio V decise di mantenere la tunica bianca adottata già nell’Ordine dei frati predicatori, un uso conservato poi dai suoi successori.

Perché è un colore prezioso

Data la scarsa quantità del principio colorante fornita da ogni mollusco – tanto che occorrevano migliaia di animali per la tintura di un’unica tunica – la porpora era una materia assai rara e pregiata, apprezzata e usata sin dall’antichità per la bellezza delle tinte da un lato e per la difficile estrazione dall’altro.

Per tutto il mondo classico la porpora e le stoffe così tinte rimasero connesse con l’immagine del lusso e del potere civile e religioso, di cui furono il simbolo. La porpora serviva ai Romani anche come segno esteriore di dignità: una balza di porpora (clavus) sovrapposta alla tunica indicava l’appartenenza all’ordine equestre se stretta (angusticlavius) mentre se larga (laticlavius) all’ordine senatorio.

Anche i magistrati, come distinzione del loro ufficio, portavano una striscia di porpora sulla toga.  Le stoffe tinte con questo prezioso colorante venivano non solo usate nelle vesti ma anche nelle tappezzerie, sempre più ricercate col raffinarsi dei costumi: specialmente le donne ne facevano sfoggio, tanto che a volte fu la stessa legge a intervenire per frenarne l’uso.

Se l’uso di tessuti di questo colore, anche per i suoi altissimi prezzi, nella prima età imperiale romana era riservata agli imperatori, ai senatori e ai sacerdoti, nelle ultime fasi del mondo antico la porpora divenne addirittura uso esclusivo dell’imperatore e della sua famiglia. Lo dice lo stesso Teodisio II (401-450 d.C.) nel suo famoso codice: “ogni persona, di qualsiasi sesso, rango, mestiere, professione o famiglia dovrà astenersi dal possedere quel genere di prodotto, che è riservato solo all’Imperatore e alla sua Famiglia”.

Riprendendo Giulio Cesare – ma anche Tiberio e Domiziano, come scritto nei memoriali di Sant’Elena – Napoleone Bonaparte adottò e il lauro sulla fronte e il mantello dal lungo strascico rosso, indossato anche durante la sua incoronazione, avvenuta il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale di Notre-Dame, un evento testimoniato e raccontato nel dettaglio dal suo pittore ufficiale Jacques-Louis David.

Red carpet

Un’ultima curiosità: perché il “tappeto rosso” è rosso? Proprio a sottolineare il valore simbolico del colore, questo veniva srotolato per accogliere personalità regali o ritenute sacre. Nell’Agamennone di Eschilo, ad esempio, Clitemnestra fa distendere un tappeto color porpora – simbolo di trionfo, ma anche di sangue – per accogliere il marito al ritorno nella reggia. Si racconta di un tappeto rosso disteso sulla riva di un fiume anche per accogliere il Presidente degli Stati Uniti James Madison, al suo arrivo in patria nel 1821. Un simbolo di celebrazione, esclusività, lusso e potere. Ben prima di Hollywood e la notte degli Oscar.