La famiglia Butatti, già proprietari e gestori del Grand Hotel Sitea, 5 stelle nel cuore di Torino, inaugurano il nuovo Royal Palace Luxury Suites: solo 6 suites collocato proprio di fronte alla casa madre, il Grand Hotel Sitea.
Un soggiorno di extra lusso, con un maggiordomo a disposizione per soddisfare le richieste degli ospiti delle 6 camere, in una cornice da sogno, ovvero Palazzo Luserna Rorengo già di Piossasco di Rivalta, vincolato dalla Soprintendenza delle Belle Arti.
Un luogo meraviglioso, con soffitti affrescati e arredi d’epoca che offre in esclusiva ai propri ospiti una piccola SPA interna equipaggiata con sauna, doccia emozionale e bagno turco.
All’interno delle suites è possibile usufruire del Room Service del bistrot Carlo & Camillo e su prenotazione è possibile organizzare una cena con show-cooking dello chef Fabrizio Tesse, stella Michelin.
Tutte le camere hanno delle metrature importanti, situate al primo piano nobile del palazzo. Dispongono di balconcini a vista, ristrutturate con pezzi di modernariato, soluzioni creative e soppalchi d’avanguardia, che si integrano con soffitti affrescati e cornici dorate. Le stanze condividono la sala principale della struttura con pavimento originale.

La Storia
Palazzo Luserna Rorengo di Rorà – già Piossasco di Rivalba si trova nel cuore di Torino – da fonti storiche si sa che a fine Settecento, passa nella proprietà del Marchese Maurizio Luserna Rorengo di Rorà, che lo ricostruisce e lo integra su disegno dell’Architetto di corte Benedetto Alfieri, e dei suoi allievi, per fruire di una fastosa abitazione nella città, centro del Regno, in alternativa al palazzo di famiglia a Bene Vagienna (Cn), già degli Oreglia che, a seguito del matrimonio del Marchese Maurizio con Adelaide Oreglia di Novello, prende il nome di “Lucerna di Rorà”.
Nella Torino di metà secolo, rinnovata a fondo con lusso ed eleganza, in rivalità con la Francia, sotto il regno di un Re, Carlo Emanuele III, amante delle arti, Benedetto Alfieri dispiega nei palazzi nobiliari da lui progettati, il suo grande talento di architetto di corte e squisito decoratore d’interni come testimonia la raccolta di suoi disegni, conservati all’Archivio di Stato di Torino.
Il Palazzo Luserna, in particolare, è realizzato in uno stile sobrio, improntato a semplicità di impianto e nobile grandezza, arricchita da un apparato decorativo di grande raffinatezza, sia per le parti dipinte che per quelle a stucco, con la presenza di meravigliosi pavimenti in legno intarsiato e in seminato a mosaico che si sono ben conservati fino ai nostri giorni, nonostante interventi di restauro realizzati nell’arco di più di due secoli.
Il palazzo fu l’abitazione del Marchese Emanuele Luserna di Rorà, Sindaco di Torino all’inizio del 1862, all’indomani dell’unificazione italiana. Durante il suo mandato Torino perse il ruolo di capitale d’Italia, che fu assegnato poi a Firenze nel 1864.
Luserna di Rorà rifiutò l’indennizzo offerto dal governo italiano, per la perdita della Capitale, dichiarando «Torino non è in vendita» e individuò chiaramente la necessità di trovare alla città una nuova vocazione, fissando le priorità nel miglioramento dei trasporti e delle fonti di energia e nello sviluppo dell’educazione e del turismo. Avviò così un intenso programma di industrializzazione che fu seguito anche dai suoi successori e contribuì a portare Torino all’avanguardia dell’industria italiana. La sua città gli ha intitolato una via nel quartiere Cenisia.