Un paesaggio paradisiaco dai dolci pendii: a pochi chilometri da Assisi, Todi e Spoleto, si estende il percorso culturale ed enogastronomico della Strada del Sagrantino, un’area di 16.000 ettari dalle particolari caratteristiche geologiche e dalle gustose sorprese.
Ideale per un weekend o per un soggiorno all’insegna del completo relax, la zona intorno a Montefalco, centro di questo territorio, offre alla vista del viaggiatore colline coltivate a vigneto e ulivo, costellate da torri, borghi e antiche rocche medievali. Le strutture recettive presenti permettono ampia scelta tra hotel di lusso, agriturismi e spa, raccogliendo ogni anno un altissimo numero di visitatori italiani e non. Basti pensare che oggi in questa zona dell’Umbria si produce un fatturato annuale di 60-70 milioni di euro, calcolando solo la produzione vinicola e il turismo, senza considerare ristorazione e indotto.
Famosa in tutto il globo
La Strada del Sagrantino è conosciuta in tutto il mondo per la sua primaria importanza nel settore del vino, una produzione di altissima qualità che comprende, oltre a Montefalco, parte dei territori comunali di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo. Un’eccellenza italiana dall’antiche origini: la coltivazione della vite in questo territorio, infatti, risale all’epoca romana – tanto che già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia raccontava di un vino di particolare valore ricavato nella zona – e la cura costante riservata dai vignaioli nella coltivazione della vite è attestata in documenti d’archivio risalenti all’epoca medievale, che raccontano di terre impiantate a vigna e specializzate nella produzione del vino.
Prodotti di qualità eccelsa
Sono tanti i prodotti tipici umbri per cui vale la pena visitare il territorio ma, senza dubbio, simbolo distintivo è il Sagrantino di Montefalco DOCG – il cui uvaggio è 100% uve sagrantino -, un vino ricavato dall’omonimo vitigno autoctono, giunto in questa zona probabilmente grazie ai Frati Francescani provenienti dall’Asia Minore. Lo stesso nome Sagrantino secondo alcuni sarebbe da ricondurre ai sacramenti religiosi dei frati che, durante i riti, utilizzavano l’uva coltivata sotto forma di vino passito.
In origine prodotto quasi esclusivamente nella versione dolce, oggi la maggior parte della produzione del Sagrantino è orientata verso un vino secco e, se le origini siano legate all’ordine religioso dei Francescani o meno, certo è che il risultato è un vino da assaporare e contemplare, dopo una lunga attesa. Il Sagrantino può essere gustato infatti solo dopo aver subito un invecchiamento di ben 37 mesi, di cui, per la versione secco, 12 in botti di legno.
Quasi scomparso dai vigneti umbri negli anni Sessanta, il re dei vini umbri è stato recuperato grazie all’impegno di alcuni coraggiosi vignaioli, ottenendo prima nel 1979 il riconoscimento della DOC e poi nel 1992 dalla DOCG.
Un prodotto dal grande valore e fortemente legato al territorio, con una lunga tradizione: nel 1998 le poche viti di Sagrantino ancora vegetanti entro le mura urbane di Montefalco sono state etichettate, classificate ed è stato accertato che alcune di esse risalgono a periodi compresi tra il 1700 e il 1800. Qualcuna di queste viti la si può trovare ancora negli antichi Monasteri di Santa Chiara e di San Leonardo, a ribadire la sacralità e la discendenza di questo vino.
Una storia lunga
Iniziata negli anni Settanta, la storia di successo del Sagrantino ha registrato il proprio boom tra il 2000 e il 2008, quando la produzione è addirittura quadruplicata: da 666 mila a oltre 2,5 milioni di bottiglie, con un giro d’affari stimato in 60 milioni di euro. Secondo i dati del Consorzio Tutela Vini Montefalco, negli ultimi dieci anni sono state costruite trenta nuove cantine e la superficie di vigneto iscritta a DOCG è quintuplicata (da 122 a 660 ettari). Quantità in aumento di pari passo con la qualità: anche quest’anno è stata determinata una nuova riduzione della resa per ettaro, da 80 a 70 quintali.
Per testare il vino dal colore rubino intenso – tendente al granato e al violaceo con l’invecchiamento – basta percorrere la Strada del Sagrantino e trovarsi in uno spettacolare itinerario immerso nel verde, dove visitare cantine e frantoi, ammirare maestri artigiani intenti nel loro lavoro, gustare piatti e prodotti tipici umbri.
Tra un edificio storico, una chiesa e un centro medievale, si innestano infatti numerose aziende vitivinicole, orgoglio di questo territorio. Si può decidere di vagare o di preparare un itinerario ben preciso consultando prima l’elenco dei produttori di salumi, formaggi, vino e olio. Grande protagonista è infatti anche l’olio extra vergine di oliva prodotto nei cinque Comuni della Strada del Sagrantino che si è avvalso della Denominazione di Origine Protetta Umbria – Colli Martani, una delle cinque sottozone in cui è stato suddiviso il territorio regionale. La coltivazione prevalente nei Colli Martani è il San Felice, una varietà locale che grazie alla sua maggiore amabilità, consente all’olio extra vergine di oliva di compensare la tipica asprezza dell’olio umbro.
Prendetevi il vostro tempo…
Per testare al meglio i prodotti del territorio, l’ideale è certamente impiegare il maggior tempo possibile a scoprire e visitare le aziende e le tenute agricole. Consigliata è la prenotazione: a Montefalco una delle più note è quella di Arnaldo Caprai, uno dei pionieri del Sagrantino, dove è possibile intraprendere un percorso interno per seguire tutte le fasi del processo produttivo – dalla zona fermentazione a quella di affinamento, fino all’imbottigliamento – per poi approdare in enoteca, dove degustare le etichette più rappresentative. Ma sono molte le aziende che meritano una tappa: dall’Antica Azienda Agricola Paolo Bea alla più giovane cantina Le Cimate, nata nel 2011.
Per scoprire i produttori di Sagrantino DOCG basta consultare il sito del Consorzio o ritirare la propria mappa presso l’Associazione Strada del Sagrantino nella Piazza del Comune di Montefalco. E poi, cartina alla mano, pronti a partire!
Tratto da Lusso Style di Aprile 2016