Villa Matilde Avallone: da dove arriva il vino degli imperatori

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Villa Matilde Avallone

Villa Matilde Avallone: tra passato, presente e futuro

Circa tremila anni fa nasceva in Campania un vino ardens etfortis, ovvero, secondo la  leggenda, donato alla terra del Massico dal dio Bacco. Il vinum Falernum, “un epiteto di dio” per Ovidio, un vino “immortale” secondo Marziale; senza dubbio il vino più celebrato dell’antichità, il più pregiato, il “vino degli Imperatori”.

Un vino che ha attraversato i secoli e che oggi racconta col suo rosso caldo e il suo sapore intenso il calore e i colori di una terra ricca di contrasti: l’Ager Falernumcome la chiamavano gli antichi romani. La terra che è quella della provincia di Caserta, tra il mare del litorale Domitio e il Monte Massico, dove oggi si estendono le vigne di Villa Matilde Avallone. 

Villa Matilde Avallone

La storia

L’azienda è nata negli anni Sessanta per pura passione e per una sfida: riportare in vita il Falerno. Impresa iniziata da Francesco Paolo Avallone, avvocato e appassionato cultore di vini antichi. Messi da parte codici e norme, con l’aiuto di pochi contadini locali, ripiantò gli antichi vitigni del Falerno proprio nel territorio del Massico dove un tempo erano prosperati e fondò Villa Matilde, il nome era un gentile omaggio alla moglie. Vendemmia dopo vendemmia, prova su prova, riuscì a riportare sulle tavole il famoso Falerno di cui tutti, nella zona, continuavano a favoleggiare.

Oggi l’azienda è guidata da Salvatore e Maria Ida Avallone, figli di Francesco Paolo scomparso nel 2006.

Negli ultimi vent’anni la villa ha esteso il proprio progetto vitivinicolo investendo anche in altre aree della regione, nel Sannio beneventano e in Irpinia, sempre nel solco della valorizzazione degli antichi vitigni campani. In tutto sono 130 ettari pe runa produzione di 800mila bottiglie l’anno e 19 tipologie diverse di vino. 

La ricerca della qualità è la regola su cui Villa Matilde Avallone lavora ogni giorno, guadagnandosi premi e riconoscimenti internazionali. 

Villa Matilde Avallone
Cellole, Italy – January 29, 2010
Villa Matilde factory.
(C) ADA MASELLA

Il vino in anfora

L’azienda fa della cultura del vino oggetto di studio e di ricerca continua: il Vino in anfora, nato nell’anno delle celebrazioni del Cinquantenario dell’azienda, presentato alla stampa internazionale nel marzo 2015, riallaccia i fili con la memoria e la storia del vino degli antichi Romani. Si tratta dell’affinamento e della  fermentazione di parte delle uve in anfora.
Negli anni 60 il fondatore dell’azienda, Francesco Paolo Avallone, aveva condotto degli esperimenti con le anfore: nel suo progetto di recupero di antichi vitigni aveva infatti provato a vinificare come gli antichi romani. Ma è soprattutto negli ultimi dieci anni che il progetto è stato perfezionato e realizzato dai figli Maria Ida e Salvatore Avallone. I fratelli Avallone hanno utilizzato una serie di Pithoi e Dolia, ovvero grandi giare in terracotta realizzate proprio per questo progetto, di dimensioni variabili da 29 fino a 500 litri. L’utilizzo delle anfore sta dando grandi soddisfazioni contribuendo alla realizzazione di vini più freschi e dalla grande espressione territoriale, tanto che dopo un primo utilizzo con le uve bianche ora si accingono ad estenderlo anche alle uve rosse.

Villa Matilde Avallone

Gli spumanti

Nel 2014 è stato presentato il primo spumante firmato Villa Matilde Avallone: il Mata Rosè da uve Aglianico. Oggi gli Spumanti di Villa Matilde Avallone sono tre, due dei quali lavorati interamente a mano e spumantizzati in azienda con Metodo Classico. Prodotti esclusivamente con uve provenienti dalle vigne storiche della Tenuta di San Castrese nell’Ager Falernus, alle pendici del vulcano di Roccamonfina, interpretano il territorio in modo nuovo e brioso.

L’impegno di Salvatore e Maria Ida continua per diffondere i loro progetti, uniti tutti da un unico comune denominatore: l’arte di appassionare sempre più palati al gusto del vino antico.

Villa Matilde Avallone