Ai tempi dello smartworking non è così impossibile unire l’utile al dilettevole. E sebbene nei viaggi occorra utilizzare la massima cautela, l’idea di concedersi una vacanza senza smettere di lavorare non è un’utopia. Ma è possibile ovunque riuscire a godersi un po’ di relax e dedicare anche qualche ora al giorno al lavoro?
Uno studio recente realizzato della piattaforma di apprendimento digitale Preply ha analizzato le 74 città più popolose del mondo per scoprire quale di esse offra le migliori condizioni per una workation, ossia la possibilità di lavorare da remoto in un luogo di vacanza. Per ogni città sono stati analizzati i dati riguardanti il clima, l’ambiente, la qualità della vita, i costi e la sicurezza.
Si parla sempre più di lavoro da remoto, ibrido o smartworking e le aziende si stanno adeguando a questa nuova modalità lavorativa. Ecco perché non è così strambo pensare di andare in vacanza senza smettere di lavorare per quelli che oggi vengono definiti nomadi digitali.
Dove andare in vacanza… lavorando
Non tutte le città offrono le stesse opportunità e gli stessi comfort per quanto riguarda lo smartworking. Preply ha quindi creato una classifica che esamina 74 città in tutto il mondo per i loro prerequisiti per il lavoro a distanza, il WORKATION Index.
Secondo lo studio Brisbane, in Australia, offre le migliori condizioni per il lavoro da remoto. Con una temperatura media di 22°C, ci sono ottime condizioni climatiche per il benessere e la produttività. La città australiana ottiene un punteggio particolarmente elevato grazie anche al fatto che la lingua ufficiale è l’inglese e il sistema sanitario risulta particolarmente efficiente. E i costi non sono poi così proibitivi, anzi… Al secondo posto della classifica troviamo Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori analizzati. Sull’ultimo gradino del podio c’è Nicosia, capitale di Cipro, che offre oltre alle sue attrazioni, una media di 283 giorni di sole all’anno e ottime condizioni in termini di “costi e sicurezza”. A seguire tra le prime 10 ci sono nell’ordine Taipei, Lubiana, Helsinki, Vienna, Auckland, Ottawa e Reykjavik.
Workation in Italia
Il Belpaese, secondo i risultati del WORKATION index, non è molto appetibile rispetto ad altre città nel mondo. In particolare alla voce “qualità della vita”, le città italiane ottengono un punteggio scarso con livelli bassi di padronanza della lingua inglese e tempi di percorrenza all’interno della città molto lunghi. In termini di costi Milano e Roma risultano due città molto costose, soprattutto se paragonate ad altre città europee. Nella classifica Roma e Milano si trovano rispettivamente al 43° e al 50° posto.
“Mentre lo smartworking sembrava un mito per la maggior parte dei lavoratori solo pochi anni fa, il COVID-19 ha reso il lavoro a distanza una realtà per molti professionisti”, dice Kirill Bigai, CEO di Preply. “La possibilità di tenere una riunione sotto le palme con temperature tropicali sulla spiaggia può improvvisamente diventare una realtà. Lo chiamiamo WORKATION: un modello ibrido di lavoro (work) e vacanza (vacation)”.